

Ferrari Enrico (faceto) Nasce ma se ne accorge solo a cose fatte. Traballa tra il serio e il faceto negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, dove scopre il suo amore per il divano e la bicicletta, il suo sogno è una bici-poltrona che possa comodamente conciliare le sue due tendenze animali, il fancazzismo e lo sport quasiestremo. Negli anni della prima adolescenza, dopo essere stato obbligato (come tutti, quindi non si è lamentato più di tanto) a frequentare le scuole dell'obbligo (appunto), è inciampato accidentalmente nel teatro (altro suo amore). Un'ulteriore caduta è avvenuta negli anni dell'università (dei quali non ricorda molto): caduta nell'alcolismo (amore rinnegato nel tempo ma solo in parte). Dopo la laurea, sperso in bicicletta nelle nebbie del Gargano, in preda ad una crisi mistica (e di fame), senza sapere se continuare per la sua strada o mollare tutto e tornare indietro; gli apparve l'immagine di due maiali, uno bianco e uno nero, che sbucavano entrambi da un albero indicando due direzioni diverse: il bianco la strada verso la meta, il nero la strada verso l'inizio. Il nostro, preso da atroci convulsioni e insistenti gorgoglii allo stomaco, decise di seguire la strada indicata dal maiale bianco (anche se era rosa) e raggiunse così stremato la meta. Questo episodio venne interpretato dal protagonista della nostra storia come un segno divino, uno sprone a continuare per la sua strada. Ma qual era la sua strada? Bisognava scandagliare tra i suoi amori e trovare la via per il futuro. Divano e bicicletta, i suoi primi amori, erano stati esplorati e quello che rimaneva inesplorato non avrebbe portato molto lontano; l'alcolismo, in un momento di lucidità venne scartato, rimaneva il teatro. E così: Accademia Teatrale Veneta (2014) e dal 2014 ad oggi ha portato avanti la sua passione, come: attore, autore, regista e insegnate; collaborando con varie realtà locali (Fondazione Aida, Ippogrifo produzioni, Bam!Bam!Teatro, Casa Shakespeare, Fucina Machiavelli) e nazionali (Teatro Stabile del Veneto-Teatro nazionale, scuola civica di cinema di Milano "Luchino Visconti", Accademia Teatrale Veneta); scrivendo testi teatrali, lavorando come attore in spettacoli per tutte le età e come insegnate per tutti i gusti. Ha cercato di portare il teatro fuori dai teatri, nelle piazze, nei bar, al mare, in montagna, dentro le centrali idroelettriche; perché il teatro lo facevano i primi ominidi nelle caverne e non è ancora morto, anche se non si sente troppo bene. Ferrari Enrico (serio) Dopo la laurea in sociologia all'università di Bologna (2011), si diploma all'Accademia Teatrale Veneta (2014). Lavora come attore in vari spettacoli per ragazzi per la compagnia Fondazione Aida, segue inoltre vari progetti sia come regista che come autore. Collabora con varie compagnie di Verona: Ippogrifo produzioni, Bam!Bam!Teatro, Casa Shakespeare, Fucina Machiavelli. Dal 2017 al 2021 porta avanti il progetto “Teatro da bar”, organizzando laboratori e spettacoli in luoghi non teatrali, in particolare nei bar della città. Nel 2024 partecipa alla Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto-Teatro nazionale, nello spettacolo di Juan Mayorga “La pace perpetua”, regia di Carlo Orlando. Nello stesso anno vince il bando "MaturAzione" del Teatro stabile del Veneto con il testo "Perfect days". Continua la sua formazione con vari maestri nazionali e internazionali: Massimiliano Civica, Marco Sgrosso, Matteo Fantoni, (Familie Floez), Giuliana Musso, Carlo Boso, Luciano Colavero, Maurizio Lupinelli. Lavora anche come insegnante per tutte le fasce di età.
Attore e autore con la compagnia Filastrofici e con Attori & Attori nello spettacolo "Veneti soli", testo vincitore del concorso "Corti teatrale" promosso dall'Accedemia del teatro in lingua veneta (2015);